giovedì 2 marzo 2017

Del Congresso di Roma. Genealogia della trascuratezza.

La Storia si può veramente definire una guerra illustre contro il Tempo, perché togliendoti di mano i minuti, suoi prigionieri, anzi già fatti cadaveri, li richiama in vita, li passa in rassegna e li schiera di nuovo in battaglia. Scriveva Alessando Manzoni nei “Promessi Sposi.” 

Come si chiamava Manzoni, Alessandro o Alberto? Non ricordo. 

Oggi, 2017, a Roma, i minuti, le ore, i mesi e gli anni fatti cadaveri dalla Storia del Partito Democratico, sono nuovamente schierati in battaglia, questa volta, però, sono schierati nel campo avversario.
Noi le consideravamo le “migliori esperienze del centrosinistra in Italia”. Proprio perché definite “migliori”, sia quando esse erano in itinere, che ora quando appaiano morte o se non altro “passate”, le abbiamo sottratte a critiche ed al naturale dibattito presente nel più piccolo dei circoli e nella più grande delle assemblee. 
Il successo delle Amministrazioni capitoline negli anni successivi al 1994 ha sempre influenzato le scelte politiche del centrosinistra italiano. Come non ricordare la sconfitta di Rutelli Sindaco di Roma, del 2001 candidato a Presidente del Consiglio dalla coalizione de “L' Ulivo” e la costituzione del PD nel 2007 con la successiva interruzione del mandato da Sindaco di Roma e candidatura alla Presidenza del Consiglio -culminata nella sconfitta- dell'allora Sindaco di Roma Walter Veltroni alle elezioni politiche del 2008. 
Con tanto di nome del simbolo del PD "ma anche" loft in pieno centro.

Tutti i militanti, gli iscritti, i simpatizzanti e i dirigenti del Partito, non solo romano, credevano fermamente nel “Modello Roma”, modello capace di sintesi tra le culture del centrosinistra italiano con conseguente altissima raccolta di consensi nella Capitale. Modello che doveva essere esportato e trapiantato in ogni istituzione italiana. 
Perchè? Perchè funzionava. 

Infatti, Roma dal 1994 al 2008, viene baciata da 14 anni di fulgido splendore. Successi nella cultura, finalmente vista come atto di rammendo tra le scollature tra centro e periferia, nella gestione dei grandi eventi, Giubileo su tutti, successi nella pianificazione urbana, culminati con il varo del nuovo piano regolatore.
Cittadini rappresentati e coinvolti nel progetto di governo del Partito Democratico.
I volantini non erano mai abbastanza, anzi, le persone venivano a chiederceli nei gazebo. Infatti non esisisteva un banchetto senza un gazebo in cui facevamo capannello e ci intrattenevamo con i cittadini.  

Dal 2008 il buio. 
Weltroni perde le elezioni nazionali, Rutelli viene battuto da Alemanno nella corsa a Sindaco di Roma. 
Il dibattito si sospende. 
Lo shock è stato forte.

Il Partito si ritrova spiazzato, non riesce a spiegarsi come un modello che fosse riuscito ad essere tanto egemone nella capitale da essere proposto come visione del Paese vedesse la propria “mission” fallire e sgretolarsi a tal punto da consegnare la città in mano alla Destra più becera che la Capitale aveva prodotto, figlia di una reazione di minoranza a tanto fulgido splendore.

Rutelli che aveva battuto Fini 14 anni prima, perde contro il suo Delfino Alemanno, 14 anni dopo. 
Berlusconi li ha asfaltati entrambi.
Sintesi? Non tutti i modelli vanno bene per tutte le stagioni.

Ora però c'è l'opposizione ad Alemanno da fare. Le inchieste giudiziarie ci danno una mano, la brama di potere di un centrodestra che inizia un assalto ai posti di comando aprendo la stagione di “Partentopoli” ci dà l'altra, il successo alle prossime elezioni appare scontato. 
Nei corridoi di partito serpeggia l'audace affermazione che contro Alemanno avremmo potuto candidare anche un Cavallo.

Come nelle migliori ricette di cucina, però, appare la scritta “nel frattempo”, e nel frattempo che mettete a fuoco lento a cuocere un soffritto, con il passa tutto fate un bel passato di pomodoro  e...nel frattempo il soffritto se' brucia”. 

Nel frattempo, dicevamo, inizia ad affacciarsi timidamente nell'agone Politico, il Movimento 5 stelle, è ancora troppo giovane, però, per proporsi come partito di governo nella Capitale d' Italia, se non altro almeno momentaneamente. 

Alemanno non cade,ma resiste, malgrado gli scandali siano sotto gli occhi di tutti e siano benzina per il fuoco di rivincita che bruciava negli iscritti del Pd, nei suoi Militanti, nei suoi simpatizzanti e nei suoi dirigenti.  Sarà il candidato del centrodestra, orfano di Fini, che nelle capitale ha sempre avuto un suo peso.

Il Partito ha da tempo individuato lo sfidante di Alemanno, è un dirigente preparato, già Presidente della Provincia, una delle migliori leve figlie del “Modello Roma” ma con una visione sufficientemente sdradicata dal “core” del modello che aveva fallito 5 anni prima.
Ancora riecheggiano in noi le sue parole in Piazza San Cosimato “Vi verrò a cercare casa per casa, strada per strada, quartiere per quartiere, per ascoltarvi, chiedervi aiuto e per diventare protagonisti. Insieme a voi mi candiderò sindaco di Roma”

Il Partito Democratico ha una voce sola, se si candida Zingaretti, le Primarie, necessarie da statuto per l'elezione delle cariche monocratiche, non servono, il Partito è unito, compatto, pronto a riprendersi le chiavi tenunte in ostaggio per 5 lunghi anni dai fascisti che hanno depresso e impoverito quella ricchezza culturale ed economica che il centrosinistra aveva prodotto negli anni precedenti. 
Era il Luglio del 2012. 
Partiamo tutti in vacanza tranquilli per riposarci in vista degli impegni futuri. Il Candidato lo abbiamo, il vento soffia dalla nostra, la formazione culturale del partito è intatta, i progetti da portare avanti li conosciamo a memoria. 
 Ma nel frattempo... Nel Frattempo la Regione Lazio cade in un abisso forse ancora più grande di quello in cui era caduta la città. Il 24 settembre Renata Polverini a causa dei continui scandali che investono il Consiglio Regionale del Lazio, si dimette. 

Che occasione!
Chi se la sarebbe mai sognata. La destra al governo a Roma e nel Lazio ha perso la sua chance, i cittadini non le riaccorderanno la fiducia con tanta leggerezza come in passato, abbiamo l'occasione di governare Regione e Capitale d'Italia, di proporre un nuovo modello di Governo, di inaugurare una nuova stagione di successi e un nuovo percorso del centrosinistra in Italia.

Ecco in questo momento, in questo preciso momento perdiamo la bussola
Sarà stata l'euforia di vedere il nostro storico avversario ciondolare alle corde dopo il Knock-out delle inchieste giudiziarie, sarà stato che vedendo la vittoria ad un passo, per mancanza di alternative credibili, abbiamo preferito rimettere la discussione dei programmi di governo agli uomini che si sarebbero candidati ad attuarlo, sarà stata la mancanza di proposta nella protesta generale dovuta alla voglia dei dirigenti cittadini di lasciare la città per intraprendere una carriera presso la camera dei deputati - ricordiamo che il capogruppo al Comune di Roma, il Segretario del PD, la Responsabile dell'organizzazione, sono stati candidati ed eletti alle parlamentarie del Partito Democratico ed alle successive consultazioni politiche nazionali-.
Cosa successe io non lo so.
Oggi sono un semplice iscritto, all'epoca ero Presidente dei Giovani Democratici di Roma, vi assicuro che nessuno ci ha mai interpellati.

Le dichiarazioni di Zingaretti in merito al ritiro della sua candidatura a Sindaco di Roma nel 2013,- "Il 16 luglio 2012 mi ero candidato a sindaco di Roma, ma a settembre" occhio i mesi sono importantissimi "di fronte alle vicende note il Pd e il centrosinistra mi chiesero di cambiare e affrontare quella che fu definita una emergenza democratica. Io condividendo quell’analisi di una situazione veramente drammatica non ci pensai due volte e rinunciai alla candidatura e mi son buttato nell’avventura regionale”, 
confrontate con quelle di Pierluigi Bersani rilasciate nel 2015 :"Il mio candidato Sindaco per Roma era Zingaretti" meritano ancora un chiarimento: il quale partito ti ha chiesto di non candidarti? 

Ma torniamo al 2012:
Il segretario del Pd era Pierluigi Bersani.
Bersani si preparava ad affrontare delle primarie -il 25 novembre 2012- durissime contro Matteo Renzi, per eleggere colui che avrebbe guidato la Coalizione del Centrosinistra nel confronto elettorale con il sempreverde Silvio Berlusconi. 

Il Presidente del Consiglio era Mario Monti.
Il centrosinistra, salvo alcune rare eccezioni - tra cui Stefano Fassina,  oggi fuoriuscito del PD, che fu il primo ad opporsi al governo Monti ed il primo classificato alle parlamentarie del PD a Roma- appoggiava compattamente il Governo Monti rendendosi protagonista di alcune riforme ancora oggi molto discusse all'interno del partito, riforma Fornero in testa.

Il partito trovatosi nell'empasse di trovare un candidato sindaco dopo il ritiro di Nicola Zingaretti, si rifugia nello statuto: Il Candidato del centro sinistra a sindaco di Roma,  scelto dalle primarie.

Il primo a candidarsi fu David Sassoli. L'ultimo, Ignazio Marino, che raccolse le firme per la propria candidatura in meno di 24h presentandola poco prima della scandenza dei termini. Il politico di Genova, infatti, non diede immediatamente l'impressione di voler fare il Sindaco di Roma, ma di considerare la candidatura come un ripego di sogni nazionali. Infatti era stato uno dei protagonisti delle Primarie del 2009.
Marino stravince forte dell'appoggio dei partiti di sinistra (l'allora Sel ed Altri che poi negheranno la fiducia al governo del PD) - partiti da sempre influencer delle scelte nella Capitale del Partito Democratico - molti infatti attibuiscono proprio a quei partiti di sinistra l'insuccesso di Rutelli nel 2008 dovuto ad un presunto scarso impegno nel ballottaggio Rutelli/Alemanno.

Si apre la stagione, pur se con molte difficoltà, di governo della Regione Lazio e del Comune di Roma targhate Partito Democratico. 

Le elezioni sono una passeggiata sia per Zingaretti che per Marino. Sel va all'incasso con Smeriglio ( Vicepresidente in Regione Lazio e Luigi Nieri Vicesindaco a Roma. Oggi, entrambi gli uomini forti di Sel, sono tra i fondatori del Movimento Democratici e Progressisti (gli scissionisti del PD).

Inizia una nuova era per il Partito Democratico e il centrosinistra a Roma.
'Mancopegnente.






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