martedì 27 marzo 2018

I figli "stupidi" di Roma: quelli che voteranno Sì al referendum del 3 Giugno

Sono stato indelicato, forse. Vostro Onore, a mia discolpa posso dire che il mio intento non è offendere o denigrare, sono mosso da un sentimento di compassione, nel senso letterario del termine  latino cristiano - compăti, calco sul gr. sympáskhō ‘soffro insieme’- Soffro per le condizioni vergognose in cui versa il Servizio di Trasporto Pubblico a Roma. Soffro nel vedere autobus vecchi, inquinanti, fermi ne depositi, sprechi negli appalti di manutenzione, riparazione, dirigenti strapagati... insomma quello che è sotto gli occhi di tutti. Soffro, però, anche nel vedere tanti miei concittadini che vogliono risolvere questo problema rifugiandosi nel  potere del mercato. Hanno raccolto anche delle firme, ed il 3 GIUGNO voteremo tutti. 

Voteremo per decidere se il servizio debba essere gestito da un' azienda pubblica oppure debba andare a gara, libero, nel mercato libero, che è libero per uno tranne che per tutti. Libero solo per quello che vincerà la gara.
Quello per cui tutti ci indigniamo ogni volta che abbiamo la sfortuna di salire su un autobus, ed alzando gli occhi al cielo pensiamo a quei pendolari che vi sono costretti ogni giorno, non ha niente a che fare con la proprietà dell'azienda che gestisce il servizio. 
Perché i servizi pubblici, sono pubblici e quindi destinati a tutti, anche a chi non potrebbe usufruirne, perché la collettività decide di spendere parte delle imposte collettive, per un servizio da erogare a tutti, che necessariamente è in passivo, perché il suo scopo non è generare utili, ma essere universale.
D'altronde anche gli ospedali (quei pochi rimasti) in Italia, sono pubblici, magari hanno i muri non proprio tinteggiati alla perfezione, sono un pochino anzianotti, però curano Tutti. Senza distinzione.
E' una scelta: L'universalità del servizio a scapito della qualità generale.
Certo la Politica deve puntare a rendere sostenibile il servizio per la collettività, ovvero che non costi troppo e che possibilemente se ne possa aumentare la qualità. Ma la coperta è corta.
Fino ad adesso ho parlato solo di autobus scadenti.
Le Metro ed i Tram non mi sembrano "...accio". (e non è un caso lo vedremo nel prossimo post) Ad onore del vero, devo ammettere che la Metro ed il Tram a Roma sono servizi paragonabili a quelli di altre città che ho avuto la fortuna di visitare, per lavoro o per puro diletto.
 (Consiglio sempre un giro sul 19 per chi vuole avere una full immersion di Roma, dal Centro alla periferia spendendo solo 1.50€. Oppure la Ostia Lido, mai in orari di punta, se mentre sei a piazza di Spagna ti viene voglia di buttarti al mare insieme al tuo amico Marcello.)
Certo sono  pochine. 
Tal è la situazione che qualche figlio "stupid.." ingenuo - mi sembra la parola più adatta- confonde il nesso che lega causa ed effetto e quindi, per conseguenza,  confonde le cause con gli effetti e gli effetti con le cause. E vuole risolvere il problema nel modo più semplice di tutti. Non occuparsene. Facendosene occupare altri, che ovviamente non puntano all'universalità ma al loro profitto.

ll loro motto è: "Il pubblico è corrotto, ci sono gli sprechi, Atac fa schifo ricorriamo al potere taumaturgico del mercato. Lui, il mercato, essere regolatore di tutti i principi che governano il mondo ha come scopo di perseguire l'efficienza e di migliorare il servizio offerto ai cittadini".
Riassumendo il tutto in una frase potremo dire: ATAC fa schifo QUINDI privatizziamo. Quelli ingenui ma anche colti aggiungono anche un "Ce lo chiede LEUROPA"

E' proprio quel QUINDI, quella congiunzione conclusiva, che denota la mancanza di conoscenza della Logica di primo ordine - quella dell'alfabeto - per intenderci.
I nostri più amati fratelli, non riescono a compiere un'analisi logica della frase che pronunciano, ma si rifugiano nella superstizione, negli idoli, nei totem del pensiero magico che da che mondo e mondo sono lo specchietto per le allodole degli ingenui... appunto. 
Non arrivano a capire che il "mercato" opera secondo i propri interessi e non quelli del cittadino, il quale deve spogliarsi dal suo status di "proprietario" del servizio, ed abbracciare lo status di "consumatore" del servizio. Insomma, ai privati je frega dei soldi, non del fatto che tu possa avere accesso ai mezzi ex-pubblici. 
E mentre loro, i figli ingenui, giocano ad ergersi a paladini dell'anti spreco-casta-cricca-corruzzzzzione, magari guadagnandosi anche un seggio in parlamento TU RIMANI A PIEDI. 
Tu, non loro che abitano nei salotti buoni della città, quelli frequentati da gentiluomini  ma gli altri, quelli che al centro vorrebbero il diritto di arrivarci con i mezzi. Pubblici.
Gli "altri" cioè noi, abbiamo imparato subito che il mondo non è un posto popolato da unicorni rosa, dove ogni cosa è possibile, dove il bene vince sempre, dove siamo tutti buoni e c'è sempre il lieto fine.Insomma dove il privato ci rimette dei soldi per far arrivare l'autobus nelle zone più remote della città, come accade oggi.
Purtroppissimo il mondo è cattivo. Ma non perché ogni singolo individuo sia cattivo e quindi voglia il male degli altri, ma perché ogni individuo vuole il suo bene e putroppissimo la somma di tutti gli interessi individuali non darà mai un interesse collettivo generale.
Così capita che le liberalizzazioni ed il mercato che in passato avrebbero dovuto generare la famosa concorrenza in modo che il cittadino/consumatore potesse avvantaggiarsi della migliore offerta si riveli totalmente errata. Quello che accade è un trasferimentod i monopolio da pubblico(cioè TUO) a privato (cioè non TUO). 

Noi romani che il mondo è "cattivo" e "che se te fai pecora er lupo te se magna",lo abbiamo capito perchè ce lo hanno insegnato. Ce l'ha insegnato Anna "Mamma Roma" Magnani, insieme a Pasolini. Ci hanno insegnato che il forte "comanda" e tu sei cotretto a difendete. L'hanno insegnato nelle "borgate" perchè lì c'era bisogno de difendese deppiù. L'hanno insegnato alle borgate perchè lì c'era mercato, la gggente se sentiva indifesa e andava protetta.

PERO'




 Qualcuno che lo ha capito c'è ancora.

 
(questo è Chomsky per i diversamente filosofi)

ANCHE A ROMA:


(Questo è Christian Autista?)


E NON E' SOLO:

 (Questo siamo i miei compagni di partito e io che ci stiamo organizzando)

C'è  infatti un comitato auto-organizzato che il 3 aprile sosterrà la battaglia referendaria per il NO. ----------------------> QUI trovi le info necessarie per aderire.


LA MORALE:

Nessuno: La conosci la storia dell'uccellino? Mio nonno me la raccontava sempre.
Jack: Diventare nonni era estremamente difficile ai tempi miei.
Vecchio: Era difficile, ragazzo, ma non impossibile.
Nessuno: Allora, questo uccellino non sapeva ancora volare; durante l'inverno, in una notte fredda, ruzzola giù dal nido e finisce sul sentiero. Comincia a gridare "piio piio piio" come un matto e sta per morire di freddo, ma fortuna per lui ecco che arriva una vacca; lo vede e pensa di scaldarlo, e così alza la coda e... splash!, una margherita bella e fumante, grossa così. L'uccellino al caldo è tutto contento, tira fuori il capino e ricomincia "pi-piio pi-piio" più forte di prima. Ma un vecchio coyote lo sente e arriva di corsa, allunga una zampa e lo tira fuori dalla cacca, lo pulisce ben benino, e poi... gnam! Se lo ingoia in un solo boccone. Il nonno diceva che la morale c'è, ma che bisogna trovarsela da soli. 
Invece la morale c'è:

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