venerdì 6 ottobre 2017

Pecca Fortiter



Sant' Agostino ci esortava a Peccare Fortemente. Chi sono io per mettere in dubbio le parole di uno dei Padri della Chiesa? Se devo peccare lo farò meglio che posso.  

Il 2 Ottobre è finito il Il Festivàl dell'Unità. Dovete dire festivàl come lui, con tanto di "Allegria" se no non vale.
107 Dibattiti all'attivo, circa 500 relatori. Presenti la stragrande Maggioranza dei Ministri, presenti anche il Segretario del Partito Matteo Renzi ed il Presidente del consiglio Paolo Gentiloni, presente il Presidente della Regione Zingaretti. Presenti molti Consiglieri Regionali. E presenti tutti i Consiglieri Comunali.  Un Concerto ogni due giorni. Eventi tutte le sere.
Io sono stato presente una sola sera, alle 23:00 avevo bevuto già una decina di Campari e sono rincasato presto.  

Ora di questi 107 dibattiti, nessuno ha avuto uno strascico polemico.
Anzi solo uno. 
La Festa dell'Unità di Roma, ospita per un dibattito l'Associazione ProVita. Si scatena l'inferno sui social, ma si badi non sulla Festa o sugli altri dibattiti che si sono svolti - che nessuno mette in discussione - ma circoscritto al singolo fatto.
Nessuno degli incazzati ha mai messo in discussione la Festa.

Quello che ha fatto incazzare la "sinistra del PD" è che si sia data la possibilità a - cito alcuni post ho letto su facebook - "degli omofobi, negazionisti, reazionari di salire su di un palco della Festa dell'Unità di Roma, è come se alla Festa fossero stati invitati a parlare di Shoah ed Olocausto i negazionisti o ad un dibattito sull'immigrazione i suprematisti bianchi" 
Più in generale si critica "la mancanza di controllo politico su dibatti che ha permesso a degli omofobi di salire sul palco della Festa, questo si fa incazzare!"
Quindi la Festa tutto bene, ma più attenzione a chi si invita a parlare. 
D'altronde ci sono alcuni "Valori" a cui la sinistra non può rinunciare. Tra questi i diritti. Quelli dei lavorat...  Quelli degli ulti..., Quelli dei poracc... 
Insomma sui diritti... non si tratta.
Li difenderemo anche con la violenza.
Prima però non dimentichiamo di classificarli da quelli più comodi, da difendere a quelli che abbiamo rinunciato a difendere perché troppo costosi...

Proprio il 4 Ottobre, giorno del poverello di Assisi, che aveva una teoria economica assai poco accettata al suo tempo, "Il Foglio" pubblica un intervista a Michele Salvati.
Sono in corso i preparativi per i 10 anni dalla fonazione del PD. La manifestazione che si svolgerà il 14 Ottobre alle 10:30 al teatro Eliseo in Via Nazionale (Occhio alla ZTL, ma tanto alle 10:30  sarete a lavoro)
L'Intervista è a pagamento sul foglio e visto che siamo  in tempi di crisi, ed occorre scegliere bene dove indirizzare i nostri risparmi,non vi metto il link. 
Posso però fornirvi degli estratti:
Il grande Michele ci dice che:

Domanda: professore, a distanza di dieci anni, il PD assomiglia ancora alla creatura che lei aveva in mente?
"Con Renzi segretario per la prima volta abbiamo un partito di sinistra di governo ispirato dal liberalismo di sinistra."  Comunque, la cosa che Renzi è riuscito a fare “è sorprendente, perché per la prima volta abbiamo un partito di sinistra di governo, la cui ideologia in senso lato è il liberalismo di sinistra"

A Salvati venne voglia di teorizzare la nascita del PD durante la sua esperienza parlamentare nella commissione bicamerale di Massimo D’Alema di cui era membro. “Mi sembrava, e mi sembra tuttora, che questa fosse l’unica visione politico-culturale cui potesse appoggiarsi un partito di sinistra con ambizioni di governo nell’attuale fase del capitalismo, se riconosceva il fallimento del comunismo, le difficoltà che incontravano le socialdemocrazie dei ‘trent’anni gloriosi’ del dopoguerra e con esse il cattolicesimo di sinistra. 
Quello che all’epoca – fine anni ’90 – non mettevo a fuoco, però, era l’influenza della globalizzazione, la natura del progresso tecnico e gli effetti dell’immigrazione sulle condizioni di vita e la sensazione di sicurezza dei ceti meno abbienti e istruiti . Tutti fenomeni dai quali sarebbe emersa poi la reazione populistica di oggi. Non vedevo bene neppure l’ignavia, i conflitti, e l’inerzia dell’Unione europea. L’Europa disunita non è stata in grado di difendere il modello sociale europeo, e in sostanza ha funzionato come cinghia di trasmissione della globalizzazione, del regime di politica economica internazionale affermatosi dagli anni ’80 in poi”. Oggi pensare di influire su questo trend mondiale “di libera circolazione del capitale e di massiccia esportazione di prodotti a basso prezzo, ma di crescente qualità, nei paesi capitalistici avanzati è un’illusione. 
E non sarà facile influenzare le decisioni dell’Unione europea, non soltanto dopo le elezioni tedesche. Il grado di fraternità, di solidarietà, di comunanza fra i popoli europei è al di sotto della soglia utile a consentire manovre distributive molto forti, come quelle che la Germania ha fatto per i suoi Länder orientali o quelle che l’Italia ha fatto per il Mezzogiorno”.
Dunque, l’unico modo “per partecipare all’Europa è diventare più efficienti, salvaguardando i ceti più minacciati. E’ questa la linea del liberalismo di sinistra, europeista, che sostiene le riforme strutturali per partecipare, in assenza di mutualità e fraternità, allo sviluppo dell’Unione europea nella direzione, già molto difficile, che indica ad esempio Sergio Fabbrini. I partiti della sinistra di governo sono in una situazione difficile ovunque, sono vittime designate dei movimenti populistici”. I quali, naturalmente, prosperano con soluzioni illusorie sulle difficoltà vere e sulle paure dei ceti medio-bassi, di disoccupati, dei precari. Lo spazio che questi movimenti hanno non è rappresentativo “solo della crisi del Pd ma di tutte le sinistre di governo in Europa. Non è facile uscirne e non bisogna sottovalutare queste difficoltà”. 

La sintesi è: "Noi volevamo essere di sinistra, ma purtroppissimo c'è la globalizzazione ed altrettanto purtroppissimo il capitale deve essere libero di muoversi"
Muoversi dove? Ma è ovvio dove il lavoro costa di meno. Cioè dove vengono pagati meno i lavoratori. 
Vuoi essere competitivo? Purtroppissimo ti dobbiamo tagliare lo stipendio, dobbiamo limitare le tue tutele, dobbiamo aiutare l'impresa a licenziarti prima se le cose nel mondo non vanno come devono andare, ovvero se c'è una crisi."

E' inutile dire che l'intervista non ha suscitato lo sdegno di nessuno del PD.

Il messaggio che arriva all'elettore è chiarissimo: "Noi non possiamo tutelare la tua vita, ma almeno con noi al governo acquisirai più diritti, purchè non ci costino nulla".
Ma neanche le nozze Gay si fanno coi fichi secchi.
 
Una delle cose che ho imparato da quando sono iscritto al PD è che essere furbi non serve a niente: meglio essere ingenui, purché si sia se stessi. 
Certo, questo presuppone l’esistenza di un sé, che oggi, come molti casi dimostrano, non può essere data per scontata. 
Una delle cose che mi colpiva, invece, quando sono stato negli Stati Uniti, era questa: si stava molto attenti a usare certe espressioni linguistiche particolari, tipo "Dear Ms. [una donna]" (per rimarcare che il suo stato civile non conta nel definire la sua identità) oppure ad evitare, scrivendo, di usare "Dear Postmaster", perché 'nziamai era una donna ti faceva un cazziatone che non finiva mai, ma poi sulle cose vere sostanziali, tipo il fatto che se ti capitava di essere incinta (un evento che ancora ha inevitabilmente, nonostante tutti i magnifici progressi umani civili e progressivi, un suo "gender bias") allora l'azienda per cui lavoravi in genere ti dava il minimo ma proprio il minimo ma che più minimo non si può (di permesso di maternità)
Quando poi provavo a dire (alle donne) ma scusate, invece di fare queste battaglie sulle parole perché non le fate sui diritti veri, in modo da avere permessi di maternità degni di un paese civile umano e progressivo e anche magnifico, ecc. ecc., mi insultavano come un retrogrado ovviamente maschilista vecchio stampo. Ora tutto questo  e' venuto, to a theater near you.

La cosmetica dei diritti civili è funzionale al progetto di far star buona la “sinistra” barattando diritti civili con diritti economici, come pure il buonismo ecologista-decrescista, che serve a far accettare ai coglioni la santa recessione che non ti fa consumare prodotti inquinanti ( del resto la corda con la quale ti impicchi, se è di canapa, è biodegradabile). Insomma, in generale tutta la retorica sinistriota dei buoni sentimenti è strettamente coordinata con il progetto fascista di distruzione dei nostri diritti economici e politici (in cambio di diritti civili che considero indiscutibili al punto che, pensate un po’, riterrei di doverli avere senza dare in cambio nulla! Che ingenuo…)

Una cosa analoga sta succedendo in questi giorni con lo sciopero della fame di alcuni parlamentari per lo ius soli.
Si chiarissimo. Considero la norma giusta. 
Ma in che ristorante erano i nostri parlamentari quando l'approvazione della riforma "Fornero" sulle pensioni creava centinaia di migliaia di esodati?
In quell'occasione lo sciopero della fame lo abbiamo fatto fare ai lavoratori. Anche se non volontari.
Non si possono difendere i diritti a seconda della fattibilità economica. O si difendono tutti o si è poco credibili. 
Noi è bene ricordarlo, siamo dalla parte di chi scava. 
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